I membri del nuovo Cts passano da 26 a 12. Non coinvolti esperti di psicologia, sociologia, pedagogia, mediologia…

Oggi venerdì 19 marzo, alle ore 14, il Capo Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Fabrizio Curcio, e il Ministro della Salute, Roberto Speranza, hanno ringraziato gli esperti che fino ad ora hanno operato all’interno del Comitato Tecnico Scientifico, l’ormai quasi mitico “Cts”.

Dopo una mezz’ora, si è tenuta la prima riunione del Comitato con la nuova composizione, che ha previsto un dimezzamento dei membri, che passano da 26 a 12.

La decisione deriva da un’ordinanza adottata dal nuovo Capo della Protezione Civile, che preso atto delle dimissioni, il 14 marzo, del Coordinatore Agostino Miozzo del Cts (che è divenuto super-consulente del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi), ed ha deciso per una razionalizzazione delle attività del Comitato “al fine di ottimizzarne il funzionamento anche mediante la riduzione del numero dei componenti”.

La “nuova” composizione del Comitato Tecnico Scientifico dimezzato

Questa la decisione assunta: “Il Capo Dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio, preso atto delle recenti dimissioni del Coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, dottor Agostino Miozzo, e in relazione alla nuova fase dell’emergenza coronavirus, con l’accelerazione delle attività inerenti al nuovo piano vaccinale, ha ritenuto opportuno razionalizzare le attività del Cts, al fine di ottimizzarne il funzionamento anche mediante la riduzione del numero dei componenti”.

E quindi: “Il Capo Dipartimento, d’intesa con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha dunque avviato il percorso per la formalizzazione di una nuova ordinanza di protezione civile che modifichi l’attuale assetto del Comitato Tecnico Scientifico, prevedendo la partecipazione del Presidente del Consiglio Superiore di Sanità del Ministero della Salute (in qualità di Coordinatore del Comitato), del Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (in qualità di Portavoce del Comitato), del Direttore Scientifico dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani”, di un componente designato dal Presidente della Conferenza delle Regioni e Province Autonome, del Presidente del Comitato Etico dell’Istituto Nazionale per le malattie infettive “Lazzaro Spallanzani”, del Direttore Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute, del Presidente dell’Aifa oltre che di un componente indicato dal Dipartimento della Protezione Civile”.

Interessante questo passaggio: “Tali profili potranno essere utilmente integrati con un esperto in materie giuridico-amministrative, cui affidare le funzioni di segretario verbalizzante del Comitato, nonché da altri tre esperti sia nelle materie attinenti alla sanità, sia in quelle statistico-matematiche”.

Nessun cenno – anzi rinnovata preclusione – alle discipline scientifiche “non attinenti” alla sanità.

Il comunicato della Protezione Civile elenca i nuovi componenti, ma va notato che non viene specificato in modo preciso ed esatto sulla base di quale “logica” selettiva sono stati cooptati.

Chi sono i 12 membri del nuovo Cts

Viene infatti proposto l’elenco semplicemente precisando che il primo, Silvio Brusaferro, è il Portavoce (e sappiamo che è il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità); il secondo, Franco Locatelli, è il Coordinatore (e sappiamo che presiede il Consiglio Superiore di Sanità del Ministero della Salute); il terzo, Sergio Fiorentino è il Segretario.

Curiosa dinamica informativo comunicazionale…

Seguono poi i nomi degli altri 9, senza specificazione di ruolo e provenienza: Giuseppe Ippolito (e sappiamo che è Direttore Scientifico dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani”); Cinzia Caporale (e sappiamo che è il Presidente del Comitato Etico dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani”); Giorgio Palù (Presidente dell’Aifa); Giovanni Rezza (Direttore Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute); Fabio Ciciliano (già Segretario del precedente” Cts, è dirigente medico della Polizia di Stato ed esperto di medicina delle catastrofi); Sergio Abrignani (che sappiamo essere professore di patologia generale dell’Università di Milano, e membro del Consiglio Superiore di Sanità, e, da una sua intervista odierna a “la Repubblica”, si apprende essere il membro designato dalle Regioni); Alessia Melegaro (professore associato in demografia e statistica sociale, direttrice del Covid Crisis Lab della Bocconi); Alberto Giovanni Gerli (vedi infra…); Donato Greco (che “il Fatto Quotidiano” così definisce “ex dirigente del ministero della Salute e dell’Iss, autore del piano pandemico del 2006”)…

Quindi, si comprende, indirettamente, che gli esperti sono 4: “un esperto in materie giuridico-amministrative”, che è anche il Segretario verbalizzante, ovvero Sergio Fiorentino (avvocato dello Stato e Capo del Dipartimento di Coordinamento Amministrativo della Presidenza del Consiglio), mentre gli altri 3 sono Alessia MelegaroAlberto Giovanni GerliDonato Greco

Alla faccia della chiarezza e della trasparenza! Dovremo attendere un dossier della Fondazione OpenPolis, per capirci qualcosa?!

La buccia di banana: il caso Gerli

All’incontro di oggi pomeriggio, che si è svolto ovviamente in video-collegamento, non ha partecipato l’ingegner Alberto Giovanni Gerli, che nella giornata di ieri ha comunicato la sua rinuncia all’incarico, a seguito delle polemiche scatenatesi sulla fallibilità di un suo modello di previsione statistica: a smontare il suo modello sono stati Matteo Villa (ricercatore dell’Ispi – Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) e Lorenzo Ruffino (di Pagella Politica), ma la domanda resta “chi ha deciso di cooptarlo, e perché?!”. Alcuni lo qualificano come “in quota Lega” (anche se Matteo Salvini ha smentito), e questo dovrebbe bastare?!

Alberto Giovanni Gerli è un ingegnere quarantenne, di Padova, fondatore di una “start-up” di illuminazione a led, appassionato di bridge: definito da alcuni un “signor nessuno” e da altri “esperto del nulla”, si sarebbe misteriosamente ritrovato (addirittura a sua insaputa!) al tavolo dei… “migliori”. Il dimissionario ha vantato comunque, nella lettera di dimissioni, di restare “convinto della bontà dei dati che ho contribuito a sviluppare e del fatto che possano costituire un utile elemento di analisi nella gestione della pandemia”. Gerli ha dichiarato questa mattina: “io vicino alla Lega? Se fosse così starei ancora nel Cts. Non ho collegamenti politici, accademici o d’altro genere. Ed è questo, oltre alla giovane età, che ho pagato”.

Si sono scagliati contro la sua nomina sia Nicola Fratoianni, Segretario di Sinistra Italia, sia Angelo Bonelli dei Verdi. La senatrice Sandra Lonardo Mastella (Gruppo Misto) ha presentato una simpatica interrogazione al Ministro Speranza, domandando “se risponde al vero che alcuni componenti siano stati sostituiti da altri, con minori credenziali scientifiche, ma con maggiore vicinanza a partiti politici di Governo, scelti con il tipico manuale Cencelli”.

L’episodio ricorda una buccia di banana sulla quale scivolò un anno fa l’allora Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, allorquando decise di nominare, come consigliere economico per affrontare l’emergenza Coronavirus, lo scrittore belga Gunter Pauli: un personaggio bizzarro, che capiva poco di economia, seppur appassionato di teorie della decrescita, e ancor meno di coronavirus, visto che si scagliava contro l’uso delle mascherine e ipotizzava una correlazione tra la diffusione dell’epidemia e le onde 5G…

Eppure il Governo guidato da Draghi si pone come esecutivo che dovrebbe fare della competenza tecnica il suo punto di forza.

Osservando questa dinamica, naturale sorge un dubbio sulla decisione assunta dal Governo guidato da Mario Draghi: “cambiare tutto per non cambiare niente”, ovvero – citando esattamente il Tancredi de “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa – “se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”.

Riteniamo di poter prevedere che, nelle prossime settimane, “la faccia” del Comitato sarà rappresentata dalla stessa “triade” che conosciamo ormai da oltre un anno, e che impazza sugli schermi televisivi: Silvio BrusaferroFranco LocatelliGiovanni Rezza.

Nihil novi, insomma, almeno nella sostanza…

Dopo l’arrivo del Generale Francesco Paolo Figliuolo al posto di Domenico Arcuri (il 26 febbraio) e di Fabrizio Curcio che ha sostituito Angelo Borrelli (il 1° marzo), sembrava fosse giunto il momento di sfoltire la presenza degli esperti e consiglieri.

Al di là delle battute, non sembra che questa modificazione della struttura del Cts vada nella direzione giusta: la riduzione del numero dei componenti determina certamente una semplificazione dei suoi lavori e la scelta di un portavoce dovrebbe ridurre il rischio di confusione da policentrismo informativo, ma è altresì evidente una riduzione dello spettro di pluralismo disciplinare, ed una concentrazione monodimensionale.

Qual è il senso di questa scelta?!

Per quanto riguarda la comunicazione, attendiamo l’annunciato “new deal”, ma intanto osserviamo comunque che, prima della riunione del novello Cts, uno dei suoi nuovi membri, Sergio Abrignani, è prontamente intervenuto su tema delicato: “mi viene difficile immaginare che si possa accusare un medico che inietta un vaccino che viene registrato dalle agenzie regolatorie italiana e europea, e autorizzato dal governo: è un non-senso. Mi sono sorpreso che venissero indagati”, ha sostenuto questa mattina durante la trasmissione “Agorà” su Rai3, aggiungendo che “uno scudo penale per i medici che vaccinano è necessario”.

Ma non era stata imposta una sana consegna del silenzio ai membri del Cts, proprio per evitare gli effetti deleteri di una ennesima polifonia?!

Il cambio di composizione del Cts è stato invocato in modo deciso dal leader della Lega Matteo Salvini, che ha sostenuto “via gli scienziati di Conte: hanno rallentato le terapie”. E senza dubbio “qualcuno”, tra i componenti del novello Comitato, è stato cooptato in quanto tendenzialmente “riduzionista” ovvero “aperturista” (tra questi, per esempio, può essere collocato Donato Greco).

Si ricordi che Il Comitato è stato istituito formalmente il 3 febbraio del 2020, ed ha competenza “di consulenza e supporto alle attività di coordinamento per il superamento dell’emergenza epidemiologica dovuta alla diffusione del Coronavirus” e composto “da esperti e qualificati rappresentanti degli Enti e Amministrazioni dello Stato”.

Si ricordi anche che, fin dalle sue prime settimane di avvio delle attività, fu richiesto da più voci che la composizione del Cts venisse estesa ad esperti di altre discipline, onde evitare un approccio esclusivamente virologico e medico.

Anche la prestigiosa rivista “Nature” critica il Cts italiano

Si segnala anche che un mese fa, la qualificata e prestigiosa rivista internazionale “Nature” ha dedicato attenzione critica al Cts italiano, segnalando che poteva vantare complessivamente una discreta qualificazione, ma che era privo di figure che sarebbero cruciali nella attuale fase. Scriveva, per esempio, che “il Cts ha talvolta fornito indicazioni su tematiche su cui ha poca o nessuna competenza. A gennaio, ha affermato che proseguire con l’insegnamento a distanza avrebbe causato negli studenti “un grave impatto sul [loro] apprendimento, la loro psicologia e la loro personalità”. L’affermazione ha avuto conseguenze sulle politiche nazionali, ma nessun membro del Cts ha esperienza in campo pedagogico, in psicologia dell’infanzia o in neuropsichiatria”. Articolo pubblicato il 17 febbraio 2021…

Scrivevamo su queste colonne ormai quasi un anno fa (vedi “Key4biz” del 28 aprile 2020, “Covid-19, ma perché i verbali del Comitato Tecnico Scientifico non vengono pubblicati?”):

« È altresì evidente che l’organo consultivo (ma in verità – come andremo a precisare – co-decisionale) è stato identificato nel Comitato Tecnico Scientifico (ormai noto al popolo anche come “Cts”), la cui composizione è stata definita discrezionalmente dal Capo Dipartimento, con un atto in data 3 febbraio 2020 (una “ordinanza”, cui ha fatto seguito un “decreto” il 5 febbraio): composizione originaria di 7 membri, che via via, dapprima informalmente e poi formalmente (con un secondo atto in data 18 aprile – pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 22 aprile – a distanza di oltre un mese e mezzo dal primo atto) è stato elevato a ben 20 membri, di cui una parte esponenti istituzionali ed una parte esperti di varie discipline.

Continuano ad essere sottovalutate le conseguenze psico-sociali della pandemia

È vero, senza dubbio, che l’emergenza è stata determinata da processi che hanno richiesto e richiedono interventi anzitutto medico-sanitari, ma riteniamo che le conseguenze psico-sociali dei provvedimenti draconiani e repressivi assunti dall’Esecutivo siano state molto sottodimensionate, anche a causa dell’assenza, nel Cts, di esperti di discipline altre rispetto a quelle specificamente sanitarie.

Lungi da noi prospettare su queste colonne un ragionamento ideologico sul “gender”, ma abbiamo ragione di ritenere che sia più “tipica” nelle donne la sensibilità verso le categorie più fragili e vulnerabili: i bambini e le bambine, così come le persone che soffrono le varie dimensioni del disagio, dai disabili agli autistici alle persone con disturbi psichici… E sicuramente più agevole, per una donna, per esempio, comprendere quelle che possono essere le conseguenze, in un habitat familiare “recluso”, rispetto al rischio di violenza domestica. E non a caso in queste settimane, il fenomeno della violenza domestica è cresciuto, come denunciato anche dalle associazioni che lo combattono…

Donne o uomini che siano… a suo tempo, qualche settimana fa, il Capo Dipartimento, a nostra contestazione, aveva sostenuto che avrebbe fatto tesoro dell’esigenza manifestata, di una opportuna integrazione multi-transdisciplinare, ma ciò non è avvenuto, e nel Cts non siede nessun psicologo, nessun sociologo (e nemmeno un esperto di statistica, che pure potrebbe fornire un utile “valore aggiunto” al dataset quotidianamente prodotto dal Dipartimento). »

Si ricordi anche che fu lamentato quanto fossero poche le donne cooptate nel Cts ed il 4 maggio il Presidente del Consiglio dei Ministri annunciò una inversione di rotta in tal senso (vedi “Key4biz” del 5 maggio 2020, “Conte: ‘Più donne in Task Force e Comitato Tecnico’. Ma non è un pò tardi?”).

Il Cts: privo di esperti in psicologia, pedagogia, sociologia, mediologia

Di fatto, il Comitato Tecnico Scientifico non è mai stato integrato con le professionalità e le competenze di esperti in materia di psicologiapedagogiasociologiamediologia.

Il 3 aprile 2020, in occasione della conferenza stampa del Cts, chi cura questa rubrica suggerì ad Angelo Borrelli di cooptare nel Comitato “sociologi, psicologi, statistici”, e qualche giorno dopo si registrò una presa di posizione del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che auspicò il coinvolgimento giustappunto di “sociologi, psicologi, statistici” nella gestione della cosiddetta “fase 2” della pandemia (vedi “il Riformista” dell’11 aprile 2021, “Covid, c’è un’altra emergenza: quella psico-sociale”).

In occasione della conferenza stampa del 10 aprile 2020, Giuseppe Conte annunciò la costituzione di un “gruppo di lavoro” formato da esperti di organizzazione del lavoro, sociologi, psicologi, statistici ed economisti, che avrebbe affiancato il Cts ed aiutato l’Esecutivo nei suoi processi decisionali, la famosa “Task Force” affidata alla guida di Vittorio Colao, oggi Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale.

Questo gruppo di lavoro era formato da 19 esperti, tra i quali Giuseppe Falco, Amministratore Delegato di Boston Consulting Group (Bcg), e soprattutto – si noti oggi – dai 2 tecnici e professionisti destinati a divenire Ministri insieme a Colao, nel Governo Draghi: Roberto Cingolani (Ministro della Transizione Ecologica), Enrico Giovannini (Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile). Curiose coincidenze, potrebbe commentare il complottista di turno, ma questo è un altro discorso.

Il Cts: deficitario di un approccio transdisciplinare, umanistico, olistico

Commentavamo allora: quel che auspicavamo – ovvero un approccio transdisciplinare, umanistico, olistico – è stato sostanzialmente disatteso: non vi è un sociologo a 360 gradi (ci saremmo attesi – per capirci – decani di sociologia come Franco FerrarottiDomenico De Masi o Mario Morcellini, ma c’è invece soltanto giustappunto un sociologo “economico”), non c’è uno psicologo (avrebbe avuto senso, per esempio, David Lazzari, il Presidente dell’Ordine nazionale degli Psicologi), ma soltanto una “psicologa sociale” ed uno “psichiatra”…

E lamentavamo come l’architettura complessiva di questo novello gruppo di lavoro si caratterizzava per un approccio prevalentemente economico-economicista

Non entriamo poi nel merito del destino infausto che ha segnato questa “Task Force”…

In sostanza, a distanza di oltre un anno, si ri-propone un problema simile.

L’intero processo decisionale del Governo in materia di pandemia è affidato ad una struttura tecnica (il Comitato Tecnico-Scientifico) nella quale non esiste un pluralismo di approccio disciplinare, ed a una Cabina di Regia che si pone semplicemente come luogo di mediazione tra lo Stato centrale, le Regioni, i Comuni, e le varie componenti partitiche della maggioranza.

Tutto il resto – studiosi di sociologia, di psicologia, di pedagogia, di mediologia… – resta fuori dalla porta, isolato dal processo decisionale del Governo. Fuori dal Palazzo.

Non soltanto la “scienza” (la scienza altra rispetto a quella medica) non è coinvolta, ma nemmeno consultata.

Non coinvolta. Non consultata.

Rampelli (Fratelli d’Italia): “inaccettabile che manchino nel Cts gli psicologi”

Purtroppo, non ci sembra si sia registrata grande convergenza politica e partitica rispetto a questa esigenza che invochiamo (e con noi, ormai poche altre voci) da oltre un anno. Va apprezzato che oggi pomeriggio il Vice Presidente della Camera e deputato di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli ha dichiarato: “il nuovo Cts è impostato come il vecchio. Al di là dei cambiamenti sui nomi e la riduzione dei componenti, l’impostazione è la stessa perché basata esclusivamente sulle eccellenze scientifiche. Il problema però, come ha sottolineato Giorgia Meloni, è che bisognerebbe ampliarlo a nuove figure, come quelle dei rappresentanti delle attività produttive. È inaccettabile che manchino esperti psicologi e dell’età evolutiva per misurare l’impatto su bambini e ragazzi dei decreti e cercare prima della loro applicazione eventuali accorgimenti compensativi”. Rampelli invoca un cambiamento di approccio, per evitare di “bruciare un intero blocco sociale e una generazione completa, rivoluzionando abitudini che corrispondono a valori non negoziabili per la nostra civiltà”. E ricorda, giustamente, come “durante il Covid siano aumentati la violenza domestica, l’abuso e la dipendenza da psicofarmaci”.

Il Cts: privo di rappresentanti della società civile, del terzo settore, delle fasce fragili

E nemmeno la società civile, le associazioni del terzo settore, i rappresentanti delle fasce deboli e fragili della società (i disabili, in primis) sono minimamente coinvolti nei lavori del Comitato Tecnico Scientifico.

Continua la diuturna litania di dati, continua il bombardamento quotidiano di numeri ad effetto da parte dei media “mainstream” (con la Rai, ahinoi, in prima fila)…

Si rinnova un (mal) “governo” della pandemia e della infodemia: un approccio monodimensionale che arreca danno all’intero Paese.

Una pandemia non può essere affrontata soltanto con gli strumenti della medicina e dell’economia.

Esiste tutto un mondo (la vita reale, non quella nel Palazzo) che dovrebbe essere preso in considerazione nelle sue tante dimensioni, con un approccio umanistico olistico, ed assegnando alla psicologia ed alla sociologia il ruolo che meritano nell’elaborazione delle politiche nazionali per contrastare la pandemia.

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