La confusa vicenda del “beauty contest” dimostra come il “governo dei tecnici” non attribuisca ai media ed alla cultura quella priorità
di agenda che meritano, se si vuole puntare veramente allo sviluppo strategico del Paese. Una “agenda digitale” che ignora la cultura.
Confindustria Cultura e Fapav: nozze coi fichi secchi?

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