Nessuna domanda scomoda. Quasi 7 milioni di telespettatori, uno share del 25 %, ma nulla di rivoluzionario o innovativo, anche alla luce dei precedenti Mediaset del gennaio e dicembre 2021.

In sintesi: un’ora di trasmissione, quasi 7 milioni di telespettatori, uno share del 25 %, con picchi fino al 30 %… Un’intervista un po’… sdraiata, con un conduttore quasi (metaforicamente) inginocchiato di fronte al Pontefice. Evento storico? No, ma un’iniziativa certamente importante, che merita essere analizzata da più punti di vista. Anche se incomprensibilmente c’è chi l’ha ritenuto un evento dirompente. Non è così.

L’ufficio stampa del programma è stato abile, ma va anzitutto segnalato non si è trattato di una partecipazione “live” di Jorge Maria Bergoglio alla trasmissione di Rai 3 “Che Tempo Che Fa” condotta da Fabio Fazio: infatti, con abilità, una intervista pre-registrata è sembrata una intervista “live”, ma gli osservatori più attenti hanno scoperto che era stata pre-montata (e Dagospia ha rilanciato tra i primi la notizia).

Alcuni avevano addirittura ipotizzato che Francesco intervenisse in studio, ma era una tesi infondata: Francesco è intervenuto da remoto, in collegamento dalla sua residenza in Vaticano, l’arcinota Casa Santa Marta.

Si ricordi che Fabio Fazio ha avuto fino al 2021 un contratto con Rai con un compenso annuo di 2,24 milioni di euro, a cui si aggiungeva il ricavo della sua quota nella società L’Officina, costituita nel 2017 da Fazio e da Magnolia Tv (appartenente al Banijay Group) per realizzare giustappunto “Che Tempo Che Fa” (sciolto il precedente sodalizio con Endemol). Oltre ai 2,24 milioni, la Rai ha versato a L’Officina altri 10,64 milioni di euro l’anno per l’appalto della produzione. Nel maggio del 2021, Fazio ha ceduto le sue quote (a fronte di poco meno di 1 milione di euro) ed ha deciso di restare in Rai fino al 2023.

Fazio è stato obbligato alla cessione delle quote de L’Officina a seguito di una nuova norma adottata dalla Rai che prevede – in applicazione di una direttiva della Commissione di Vigilanza Rai – che nessun conduttore di programmi di intrattenimento possa produrre le trasmissioni con la propria società. Fazio è rimasto però titolare del format “Che Tempo Che Fa”, che è stato quindi ceduto in licenza a Banijay, con i relativi “spin off”, consentendo quindi di rinnovare la produzione con la Rai. Alla luce della cessione, infatti, Fazio ha quindi potuto rinnovare il suo contratto per restare in Rai: il contratto vale fino all’estate del 2023. Secondo alcune fonti, Fazio ha rinnovato il contratto con la Rai a fronte di un compenso di circa 1,9 milioni di euro lordi annui (con una riduzione del 15 % rispetto al precedente). Sicuramente si tratta comunque di una delle trasmissioni più ricche della televisione italiana.

Non un evento storico, considerando i 2 precedenti su Canale 5 del gennaio e dicembre 2021

E chi serba buona memoria televisiva, ha rimarcato che in verità ci sono già state due “precedenti”, sebbene non di questa portata, sul Tg5 della rete ammiraglia del gruppo Mediaset, con due interviste curate dal vaticanista Fabio Marchese Ragona, nel gennaio e poi nel dicembre dell’anno scorso (in quelle occasioni, è stato il giornalista ad andare personalmente a Santa Marta). E nel 2016, c’era stata una prima intervista a Tv2000, a conclusione del Giubileo Straordinario della Misericordia…

E va notato che, in occasione dell’intervista del 9 gennaio 2021 al Tg5Pier Silvio Berlusconi, nel ringraziare il Pontefice, segnalò, nella veste di Amministratore Delegato di Mediaset, che “l’intervista in esclusiva mondiale a Papa Francesco ha permesso a Canale 5 di essere prima rete italiana assoluta con oltre 5,4 milioni di telespettatori… Grazie al Santo Padre per aver dato a Mediaset l’opportunità di realizzare un vero e unico servizio per il pubblico”.

In occasione dell’intervento del 19 dicembre 2021, nell’economia dello speciale “Francesco e gli Invisibili – Il Papa incontra gli ultimi”, il Papa ha risposto alle domande di quattro persone che hanno perso tutto, tranne la speranza di riscattarsi: Giovanna, una donna vittima di violenze domestiche, rimasta senza lavoro e senza casa durante la pandemia; Maria, una senzatetto che ha vissuto anni per strada prima di essere accolta a Palazzo Migliori, il dormitorio del Vaticano gestito dalla Comunità di Sant’Egidio; Pierdonato, un ergastolano in carcere da 25 anni che, grazie allo studio e alla preghiera, ha compreso i propri errori; Maristella, una scout di 18 anni, in rappresentanza di tutti quei ragazzi che con il “lockdown” si sono sentiti abbandonati e hanno perso i contatti con amici e compagni di scuola…

La notizia della sortita di Papa Francesco su Rai3 è stata anticipata dall’Agenzia Italia alle 16 di sabato 5 febbraio 2022 (e confermata dall’Ansa poco dopo le 20) giornata nella quale aveva incontrato i Sindaci d’Italia, ovvero una loro rappresentanza attraverso l’Anci (l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), in occasione di un’udienza in Vaticano.

Tra sabato e domenica, sono stati diramati decine e decine di dispacci dalle agenzie stampa, in un flusso comunicazionale impressionante, anche a seguito di alcuni messaggi in occasione dell’Angelus. In questa specifica occasione, il Papa ha denunciato (tardivamente, secondo alcuni) la pratica umiliante delle mutilazioni genitali femminili, in occasione della Giornata Internazionale che promuove la lotta a questa pratica intollerabile.

Ci piace qui segnalare una metafora utilizzata da Bergoglio, che ci consente un aggancio concettuale con uno dei grandi sponsor dell’edizione n° 72 del Festival di Sanremo (vedi “Key4biz” di ieri 7 febbraio 2022, “Lo share di Sanremo e quello di Papa Francesco: due pesi e due misure?”): “Dio non vuole una nave da crociera, gli basta una povera barca ‘sgangherata’, purché lo accogliamo… Ma noi lo facciamo salire sulla barca della nostra vita? Gli mettiamo a disposizione il poco che abbiamo? A volte ci sentiamo indegni di Lui perché siamo peccatori. Ma questa è una scusa che al Signore non piace, perché lo allontana da noi! È il Dio della vicinanza: non cerca perfezionismo, ma accoglienza. Anche a te dice: ‘Fammi salire sulla barca della tua vita, così com’è”. Chissà cosa avrà pensato la Direzione Marketing e Comunicazione di… Costa Crociere (Msc), che ha infarcito le serate di Sanremo con spot a catena, tra cui quello, incredibile, con il figlioletto dei Ferragnez (Leone) strumentalizzato pubblicitariamente (con la simpatica tolleranza di Agcom e dell’Agia…).

Dalle ore 20:48 di domenica 6 febbraio 2022, le agenzie hanno cominciato a lanciare dispacci, in primis LaPresse, che ha rilanciato una delle prime dichiarazioni del Pontefice: “Non sarei onesto se dicessi che sopporto tanto. No io sopporto come gli altri e non sono solo: ho tante persone che mi aiutano. I vescovi, la Chiesa tutta. Non sono campione di peso, sopporto come tutte le altre persone”.

Commentando la trasmissione, l’Ansa ha scritto che il Papa avrebbe rotto un altro “tabù”, partecipando ad una trasmissione televisiva di un’emittente generalista. Commento errato, perché di fatto Bergoglio può vantare la partecipazione a 3 programmi televisivi (i succitati 2 su Mediaset ed il primo su Tv2000).

I commenti di Enrico Letta, Matteo Salvini, Nicola Zingaretti, tutti contenti. Unico “dissidente”, Nicola Fratoianni

Poco prima delle 22, una prima reazione dei politici (in verità, pochi hanno fatto sentire la loro voce, almeno sulle agenzie stampa): il Segretario del Partito Democratico Enrico Letta, che commenta: “son tantissime le sensazioni e le suggestioni. Mi limito ad un enorme ringraziamento a Fazio e a Che Tempo Che Fa per questo straordinario momento che ci hanno offerto con il Papa Francesco”. Qualche minuto dopo, interviene il leader della Lega, che rilancia strumentalmente una delle tesi del Papa: Matteo Salvini sostiene di “essere assolutamente d’accordo con Papa Francesco sui migranti” (oh, perbacco!), estrapolando che “ogni Stato deve dire quanti migranti può accogliere, serve equilibrio, l’Italia è penalizzata. Poi c’è l’Unione Europea: che si mettano d’accordo. Chi accoglie i migranti deve essere capace di integrarli, solo se integrati sono una risorsa. Assolutamente d’accordo con Papa Francesco, L’Europa dia un segno d’unità, non lasciando il peso a una sola nazione che obiettivamente non ce la può fare”. Intervengono poi, nell’ordine: Nicola Zingaretti, Presidente della Regione Lazio: “questa sera da uno straordinario Papa Francesco un ennesimo potente messaggio per il mondo. A Lei preghiere e tanti buoni pensieri dalla nostra comunità”; un politico che ha segnalato le contraddizioni interne del nostro Paese è stato il Segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, che dichiara “dopo le parole chiare e nette di Papa Francesco a ‘Che Tempo Che Fa’ sui lager in Libia e sul comportamento criminale verso i migranti nel Mediterraneo, in molti dovrebbero nascondersi per la vergogna. E ora andrebbero cancellati gli accordi con quel Paese su immigrazione”.

Alle 10 di lunedì, i dati di audience, a partire da una nota della stessa trasmissione su Twitter: “le parole di Papa Francesco a ‘Che tempo che fa’ sono state ascoltate da 6,7 milioni di telespettatori e dal 25,4 % share, con un picco di 8,7 milioni e del 32,3 %. Sui social oltre 672mila interazioni. Grazie per l’attenzione con cui avete seguito questo incontro, che non dimenticheremo”.

Il programma condotto da Fazio ha ottenuto infatti complessivamente una media di 6.731.000 telespettatori e il 25,4 % di share, ed ha registrato un picco di 8,7 milioni e del 32,5 % durante l’intervista a Bergoglio. A seguire, “Che Tempo che Fa – Il Tavolo”, ha conquistato 2.464.000 telespettatori con il 12,8 % di share.

“La Stampa”: “un Papa pop”. Stefano Zecchi “Francesco va a confessarsi in tv da Fazio”

La rassegna stampa di lunedì 7 è stata prevedibilmente ricca. Il quotidiano “La Stampa” ha intitolato “Il Papa pop”. Sulla stessa testata, il teologo Vito Mancuso ha sostenuto che era perplesso, rispetto alla sortita in tv, ma il Pontefice “ha conquistato tutti… C’è stata riflessione, non spettacolarizzazione, oltre all’attualità sono stati affrontati temi come fiducia, libertà e preghiera… In tv per raggiungere tutti con empatia e umorismo, ha toccato il cuore alla gente”.

Stefano Zecchi, su “il Giornale”, in un articolo intitolato “Che peccato Papa Francesco che va a confessarsi in tv da Fazio. Peccato convertirsi al pulpito buonista”, si domanda “perché da Fazio? (…) perché il Papa non è andato a Tv2000, l’emittente controllata dalla Conferenza Episcopale Italiana, che ha eccellenti programmi di approfondimento con bravissimi conduttori?”… E (si) risponde: “la soluzione non è così semplice. Rai Tre: non resta che questa risposta. Rete nazionale, pubblico di sinistra più selezionato, trasmissione (quella di Fazio) vista da un bel pubblico selezionato. Dunque, un buon compromesso nella scelta del mezzo in base alla teoria di McLuhan. Un mezzo non troppo popolare, non sfacciato, con un conduttore per bene che ha già chiacchierato con importanti personaggi”.

Critico assai Renato Farina su “Libero”: in un articolo intitolato “Fazio vuol arruolare il Papa ma Francesco lo perdona. Fazio tira il Papa per la tonaca però Francesco lo perdona”, Farina ha scritto “confesso: prima che scoccasse quell’ora del suo apparire, ero angosciato. Lo siamo stati in tanti. All’inizio, pareva una burla. Non ci si credeva, pareva un ‘meme’, un fotomontaggio di qualcuno che volesse sbeffeggiare il Santo Padre. Ma come? La guerra rotola come un fascio di rovi ad Est, i cristiani sono bruciati vivi in India, la Chiesa tedesca mette accusa il Papa emerito senza prove, e il Pontefice si infila nella trasmissione più garrula del pianeta?”.

Domenico Naso (“Il Fatto”): 25 anni da Papa Wojtila che telefona in diretta a Vespa…

Su “Il Fatto Quotidiano” di lunedì 7 in un articolo intitolato “Papa Francesco da Fazio, la scelta di Rai 3 segno dei tempi. Ma il conduttore non è più un guastatore”, Domenico Naso ha ricordato la telefonata con cui Giovanni Paolo II ringraziò in diretta Bruno Vespa per avergli dedicato un lungo speciale di “Porta a Porta”, sostenendo che “si capisce quanta acqua sia passata sotto i ponti della comunicazione. Era il 13 ottobre 1998 e Wojtyla aveva voluto ringraziare un Vespa adorante che aveva acchitato uno speciale di Porta a Porta per il ventennale del pontificato. Ricordate l’espressione di Vespa? Capo chinato, sguardo che cerca il pavimento quasi a combattere l’evidente vanagloria del giornalista che sapeva di aver fatto bingo, con quella telefonata inattesa”. Scrive che, “in quasi 25 anni, però, è cambiata tanto la tv e soprattutto è cambiato il papa. Giovanni Paolo II aveva scelto l’istituzionale RaiUno, Bergoglio sceglie la progressista RaiTre. Segno dei tempi e dei cambiamenti profondi. E in fondo Bergoglio non poteva che andare da Fazio, perché lo stile consolidato del Fabio Fazio intervistare è palesemente il più adatto a una presenza televisiva di questo papa. Non è, però, solo una questione di approccio televisivo e di stile comunicativo. Bergoglio ha detto sì a Fazio perché Fazio, soprattutto negli ultimissimi anni, ha più volte affrontato argomenti di ampio respiro sociale e culturale (oltreché politico, nell’accezione migliore del termine) proprio prendendo le mosse dalle posizioni espresse da Francesco nel corso del suo settennato”.

In effetti, va ricordato che all’inizio della pandemia il Papa aveva pubblicamente elogiato Fazio per un intervento sull’importanza, anche morale, di pagare le tasse: nello specifico, Bergoglio era rimasto colpito dal passaggio sugli evasori, a loro modo responsabili per la mancanza di posti letto in terapia intensiva…

E va ricordato che i due si conoscono dal 2019, quando Francesco si recò a Frosinone per far visita alla “Cittadella Cielo”, la comunità di accoglienza fondata da Chiara Amirante, promotrice di Nuovi Orizzonti, il movimento a cui aderisce lo stesso conduttore televisivo.

Insomma, il Papa ha accettato di farsi intervistare da persona… di fiducia, oltre che di fede.

A proposito di “precedenti”; si ricordi anche che, dopo l’esordio “mediale” di Wojtila con Vespa nel 1998, una dozzina di anni dopo, si ebbe l’intervista del 2011 di Benedetto XVI a “A Sua Immagine” su Rai Uno, la trasmissione di domenica mattina che precede l’Angelus e approfondisce temi della fede.

E non si dimentichi che “Che Tempo Che Fa” è una trasmissione nata sotto la direzione di Paolo Ruffini, che da qualche anno è il Prefetto del Dicastero della Comunicazione della Santa Sede, dopo essere stato appunto direttore di Rai Tre e poi de La7 e di Tv2000 (Ruffini è subentrato nel luglio 2018 a monsignor Dario Edoardo Viganò, cui Bergoglio aveva affidato una radicale riforma del sistema dei media vaticani; vedi “Key4biz” del 21 marzo 2018, “ilprincipenudo. Tutto sulle dimissioni di Monsignor Viganò, Ministro della Comunicazione del Vaticano”).

Il quotidiano “Open”, fondato da Enrico Mentana,  ha registrato le opinioni di alcuni esponenti dei media stranieri, in un articolo di Chiara Piselli intitolato “Papa Francesco da Fazio, le critiche della stampa estera”, intervistando Alvise Armellini (che scrive tra l’altro per il “Telegraph” e “Financial Times”): “Nessuna domanda su abusi sessuali e scandali’”. Piselli scrive: “un’ora di colloquio nel corso della quale è stata toccata una moltitudine di temi (migranti, guerre, Covid, crisi climatica, aggressività sociale, solo per citarne alcuni) ma in cui è pesata l’assenza, palese, di altre questioni cruciali”. In relazione al silenzio sul tema scabroso degli abusi sessuali, Armellini ha sostenuto: “Ho un po’ l’idea che si sia stati più realisti del re, o più cattolici del Papa. Nel senso che è un tema su cui Bergoglio si è espresso parecchie volte, è stato anche intervistato a questo proposito da diversi colleghi in altri Paesi. Quindi penso che se gli fosse stata fatta la domanda, lui avrebbe risposto. Magari non volentieri, ma sarebbe stato pronto a rispondere”.

Giuseppe Luca Scaffidi (“Rolling Stone”): “Papa Francesco è la popstar del secolo”

Su “Rolling Stone” Giuseppe Luca Scaffidi si dichiara entusiasta: “Nel caso in cui non fosse chiaro, Papa Francesco è la popstar del secolo. Sa entrare nelle nostre case in punta di piedi, dice cose di buon senso, fa infuriare le folle bigotte e salva Fabio Fazio dalla consueta sassaiola mediatica del giorno dopo: non ha i superpoteri, ma poco ci manca”. E segnala: “Le reazioni del giorno dopo dimostrano un altro tratto distintivo del Papa: è inviso a buona parte del mondo cattolico, fa schiumare di rabbia collitorti e comare come nessuno. Anche in questo caso, la coalizione dei bacchettoni italiana non ha perso occasione per criticare il suo aplomb da “icona mediatica”, come Stefano Fontana, che in un delirante articolo su La Bussola Quotidiana ha definito la presenza di Bergoglio nel programma «una questione seria», che «denota infatti una accentuata secolarizzazione (o sconsacrazione) del papato», giungendo addirittura a paragonare l’intervista a un episodio della rivoluzione comunista cinese, quando «Mao faceva sfilare nudi i Mandarini per mostrarne la ridicola debolezza una volta dismesse le solenni vesti cerimoniali e una volta fatti scendere dagli scranni del potere ieratico»”. E conclude: “L’intervista di ieri è l’ennesimo tassello del processo di “poppizzazione” di Papa Francesco: è la popstar del secolo”. Stefano Fontana è invece convinto che l’operazione di Bergoglio con Fazio denoti “una accentuata sconsacrazione del papato, la totale confusione tra sacro e profano, l’incapacità di capire il significato del sacro (…) Il sacro habisogno di nascondimento per non essere profanato. Ha bisogno di un proprio linguaggio per non essere volgarizzato. Ha bisogno di protezione per non essere degradato. Da quando con Giovanni XXIII una telecamera entrò nell’appartamento papale e il tecnico della ripresa disse al papa di fingere di pregare, mentre un altro notava che purtroppo il bianco della veste rovinava l’immagine, è iniziato un processo non incontrollabile ma incontrollato”.

La questione è veramente complessa e meriterà approfondimenti mediologici. In questa prospettiva, una traccia utile è stata fornita da Enrico Galavotti e Federico Ruozzi sul quotidiano “Domani” nell’edizione di lunedì 7, nell’articolo “Quella dei Papi con la tv è una relazione va avanti da 70 anni”.

Su questi temi, alcuni approfondimenti sul rapporto tra il Papa e l’audiovisivo possono essere rintracciati nel recente volume di Dario Edoardo Viganò (attualmente Vice Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali) “Lo sguardo: porta del cuore. Il neorealismo tra memoria e attualità” (pubblicato da Effatà Editrice) e nella serie televisiva realizzata dallo stesso Viganò per Discovery Channel (in 7 episodi) “Vizi e Virtù: una conversazione con Papa Francesco” (nel dicembre scorso, è stato presentato il docufilm-intervista tra il Pontefice e don Marco Pozza, sacerdote di frontiera cappellano del carcere “Due Palazzi” di Padova; su questa esperienza, è stato anche pubblicato il volume “Vizi e virtù. Conversazione con Papa Francesco”, a cura di Libreria Editrice Vaticana).

Un florilegio dei pensieri del Pontefice

Tentiamo una nostra (soggettiva) estrapolazione di alcuni dei concetti che ci sono parsi più significativi:

La cultura dell’indifferenza

“(…) Le categorie al primo posto in questo momento, mi spiace dirlo, sono le guerre. La gente è al secondo posto. (…) Ci sono categorie che importano e altre sono in basso: i bambini, i migranti, i poveri, coloro che non hanno da mangiare. Questi non contano, almeno non contano al primo posto, perché c’è gente che vuole bene a questa gente, che cerca di aiutarle, ma nell’immaginario universale quello che conta è la guerra.”

La guerra, controsenso della creazione

La guerra è un controsenso della creazione; nella Bibbia è curioso: Dio crea l’uomo e la donna, andate in tutto il mondo, lavorate, fate figli, possedete la Terra. E subito dopo, una guerra fra fratelli. (…) subito vengono le guerre. (…) Fare la guerra è distruggere. È una meccanica di distruzione.”

I migranti: quel che si fa ai i migranti è criminale

Quello che si fa con i migranti è criminale. (…) C’è l’Unione Europea, bisogna mettersi d’accordo, così si fa l’equilibrio, in comunione. (…) Dobbiamo pensare intelligentemente alla politica migratoria, una politica continentale. È una responsabilità nostra. Il fatto che il Mediterraneo sia oggi il cimitero più grande d’Europa ci deve far pensare. Credo che questo sia realismo puro”.

La tentazione di guardare dall’altra parte e la necessità di “toccare l’altro”

Vediamo i bambini che muoiono, migranti annegati, le ingiustizie le vediamo anche nei nostri Paesi (…) Con i media vediamo tutto ma prendiamo distanza e guardiamo da un’altra parte. Ci lamentiamo un po’, ‘è una tragedia!’ ma poi è come se nulla fosse accaduto. Non basta vedere, è necessario sentire, è necessario toccare. Qui entra la psicologia dell’indifferenza, ‘Io vedo ma non mi coinvolgo, non tocco e vado avanti’.”

Il clima, stiamo uccidendo Madre Terra

Sappiamo cosa significa una politica di deforestazione: meno ossigeno, cambiamento climatico, morte della biodiversità, uccidere la Madre Terra. Significa non avere quel rapporto che hanno quei popoli aborigeni, originari, che loro chiamano ‘il buon vivere’, che non è la buona vita, ma vivere in armonia con la Terra. (…) Prendersi cura del Creato è un’educazione che dobbiamo imparare.”

Il bullismo: per non distruggerci, no al chiacchiericcio

C’è un’aggressività che scoppia, pensa nella scuola il bullying. (…) Crescono suicidi tra giovani, aggressività va educata. (…) Il problema dell’aggressività sociale lo hanno studiato psicologi e sociologi bene. Sottolineo che è cresciuto il numero dei suicidi giovanili: c’è una aggressività che scoppia, basta pensare nella scuola al bullismo, è una aggressività nascosta, è un problema sociale… (…) C’è un’aggressività distruttiva che incomincia anche con una cosa molto piccola ma voglio menzionarla qui: comincia con la lingua, il chiacchiericcio. (…) Per questo mi permetto di consigliare, per non distruggerci: no al chiacchiericcio. Se tu hai una cosa contro l’altro, o te la mangi te o vai da lui e dilla in faccia: essere coraggiosi, coraggiose.”

Figli e genitori: una sola parola, “vicinanza”… “essere complici”

Il rapporto fra i genitori e figli io dico sempre una parola: vicinanza. Vicinanza con i figli. (…) giocare con i figli e non spaventarsi dei figli, delle cose che dicono, delle ipotesi, o anche quando un figlio, già più grande, adolescente, fa qualche scivolata, essere vicino, parlare come padre, come madre.

Il diritto di essere perdonati

Dirò una cosa che forse farà scandalizzare qualcuno, ma dirò la verità: la capacità di essere perdonato è un diritto umano. (…) nasce proprio dalla natura di Dio ed è stato dato in eredità agli uomini. Noi abbiamo dimenticato che qualcuno che chiede perdono ha il diritto di essere perdonato. Tu hai fatto qualcosa, lo paghi. No! Hai il diritto di essere perdonato, e se poi tu hai qualche debito con la società, arrangiati per pagarlo, ma con il perdono”.

La sofferenza degli innocenti. Perché soffrono i bambini? non c’è risposta

Io ho fede, cerco di amare Dio che è mio padre, ma mi domando: ‘Ma perché soffrono i bambini?’. E non c’è risposta. Lui è forte, sì, onnipotente nell’amore. Invece l’odio, la distruzione, sono nelle mani di un altro che ha seminato per invidia il Male nel mondo. (…) ma nel rapporto di Dio padre con suo figlio possiamo vedere bene cosa c’è nel cuore di Dio quando succedono queste cose. (…) ‘perché soffrono i bambini?’, io trovo una sola strada: soffrire con loro”.

Il futuro della Chiesa

Oggi il male più grande della Chiesa, il più grande, è la mondanità spirituale. (…) E questa mondanità spirituale dentro la Chiesa fa crescere una cosa brutta, il clericalismo, che è una perversione della Chiesa. Il clericalismo che c’è nella rigidità, e sotto ogni tipo di rigidità c’è putredine, sempre. (…) Dobbiamo tornare al centro un’altra volta: “Il verbo si è fatto carne”. In questo scandalo della croce, del verbo incarnato, c’è il futuro della Chiesa.

Pregare come i Bambini

Pregare significa guardare, dai miei bisogni, dalla mia piccolezza, come fanno i bambini che dicono ‘papà’. (…) ‘Papà, perché? Papà, perché?’. Ma se noi guardiamo bene, il bambino non aspetta la risposta del papà, quando il papà incomincia a rispondere va a un’altra domanda. Quello che vuole il bambino è che lo sguardo del papà sia su di lui. Non importa la spiegazione, importa solo che il papà lo guardi, e questo gli dà sicurezza. Pregare è un po’ tutto questo.

Gli amici (in risposta alla domanda di Fazio), ma “non che io sia normale, no”

Sì, ho degli amici che mi aiutano, conoscono la mia vita come un uomo normale… non che io sia normale, no. Io ho delle mie anormalità… eh, ma come un uomo comune che ha degli amici” (ci piacerebbe sapere quali sarebbero queste… “anormalità” – ovvero quelle che Bergoglio considera tali – ma Fazio non ha avuto il coraggio di cogliere al bando le potenzialità della curiosa dichiarazione del Pontefice…)

( … )

Il Papa non vede la tv da 32 anni, ha fatto un voto alla Vergine del Monte Carmelo… “contro questo nemico, non puoi nulla…”

Alcune curiosità…

Il Papa ha dichiarato di amare la musica (“tanto”), soprattutto “i classici”, ed anche il tango…

Bergoglio ha confermato a Fazio anche che non vede più la televisione – fatti salvi casi eccezionali – da quasi 32 anni, per una specifica ragione: un voto. Un voto alla Vergine del Monte Carmelo che risale, addirittura, al 16 luglio del 1990: in quella data, infatti, il non ancora pontefice aveva deciso di fare un voto, un impegno fideistico, che prevedeva l’allontanamento dalla televisione e dalle varie trasmissioni… Gli è stato domandato, in un’intervista del 2015 del quotidiano argentino “La Voz del Pueblo”, se ciò avvenuto per motivi particolari, ed ha risposto “no, non un motivo particolare… mi sono detto questo non fa per me”. In quella stessa intervista, spiegò però anche: “certe volte i mezzi di comunicazione prendono una parola e la decontestualizzano… L’altro giorno nella parrocchia di Ostia, vicino Roma, stavo salutando la gente, avevano messo gli anziani e i malati nella palestra. Erano seduti e io passavo e li salutavo. Allora ho detto: ‘Guardate che buffo, qui dove giocano i bambini ci sono gli anziani e i malati. Vi capisco, perché anch’io sono anziano e anch’io ho i miei acciacchi, sono un po’ malato’. Il giorno dopo hanno scritto sui giornali: ‘Il Papa ha confessato di essere malato’”… Contro questo nemico, non puoi nulla”. Sufficit, per capire forse le motivazioni del voto, ma l’utilizzazione del termine “nemico” è univoca ed inquietante.

E qual è la preghiera che, a proposito dell’importanza dell’ironia e del sorriso, Bergoglio ha citato, ricordando che la recita da oltre 40 anni? Si tratta della preghiera del buonumore di Thomas Moore, ovvero san Tommaso Moro: “Volevo sottolineare una cosa, il senso dell’umorismo, per favore, è una medicina. Nella esortazione apostolica ‘Gaudete et Exsultate’ sulla Santità, c’è la nota 101. Cercatela, c’è la preghiera di San Thomas More sul senso dell’umorismo. Io la prego da più di quaranta anni. È una preghiera per pregare tanto, ti fa tanto bene. Senso dell’umorismo che ti fa relativizzare le cose e anche ti dà una gioia grande, ti fa gioioso. Questo fa tanto bene, fa tanto bene”.

Eccone il godibile testo:

« Dammi o Signore, una buona digestione

ed anche qualcosa da digerire.

Dammi la salute del corpo,

col buonumore necessario per mantenerla.

Dammi o Signore, un’anima santa,

che faccia tesoro di quello che è buono e puro,

affinché non si spaventi del peccato,

ma trovi alla Tua presenza

la via per rimettere di nuovo le cose a posto.

Dammi un’anima che non conosca la noia,

i brontolamenti, i sospiri e i lamenti,

e non permettere che io mi crucci eccessivamente

per quella cosa troppo invadente che si chiama “io”.

Dammi, o Signore, il senso dell’umorismo,

concedimi la grazia di comprendere uno scherzo,

affinché conosca nella vita un po’ di gioia

e possa farne parte anche ad altri. »

Conclusivamente, quello di domenica sera su Rai 3 non è stato un evento storico, ma senza dubbio importante, anche dal punto di vista mediologico (oltre che spirituale).

Come ha commentato il geniale Maurizio Crozza, vestendo i panni del Santo Padre: “che slinguazzata… Fazio mi guardava in adorazione, era commosso… se mi intervistavano in America, non ne uscivo così… mi chiedevano dell’Imu, del palazzo a Londra, di Ratzinger… ad un certo punto però non capivo più chi fosse il Papa: io o Fazio?… ho fatto un’ora di catechismo con Rai 3! … pensate che fine ha fatto la sinistra… d’altronde, se Rai 1 con Drusilla mi è diventata… fluida, Rai 3 con Fazio è diventata … RadioMaria…”.

Insomma, nulla di rivoluzionario domenica sera: e nulla di realmente innovativo.

Semplicemente una ulteriore riprova della vocazione “pop” di Papa Francesco.

Ed un’occasione sprecata per la Rai, che, intorno all’intervista “in esclusiva”, avrebbe potuto organizzare qualcosa di ben più evoluto, come è stata in grado di fare “spettacolarmente” Mediaset.

Clicca qui, per la videoregistrazione dell’intervista di Fabio Fazio a Francesco Bergoglio, su “Che Tempo Che Fa”, Rai 3, domenica 6 febbraio 2022 (su RaiPlay)

Clicca qui Papa Francesco intervistato da Fabio Fazio a “Che tempo che fa” testo in Pdf, Rai 3, domenica 6 febbraio 2022

Clicca qui, per il testo integrale dello sbobinato dell’intervista di Fabio Fazio a Francesco Bergoglio, su “Che Tempo Che Fa”, Rai 3, domenica 6 febbraio 2022

Clicca qui, per la videoregistrazione dell’intervista di Fabio Marchese Ragona a Francesco Bergoglio, nello “Speciale Tg5”, “Il mondo che vorrei”, Canale 5, domenica 9 gennaio 2021

Clicca qui, per la videoregistrazione dell’intervista di Fabio Marchese Ragona a Francesco Bergoglio, nello “Speciale Tg5”, “Francesco e gli invisibili”, Canale 5, domenica 19 dicembre 2021

Clicca qui per “Conversazione con Francesco su vizi e virtù” (versione integrale), di Dario Edoardo Viganò, su VatiVision Clicca qui, per la parodia di Maurizio Crozza su Nove in “Fratelli di Crozza”, “Papa Francesco: Che slinguazzata, Fabio Fazio! Mi guardava in adorazione…”, lunedì 7 febbraio 2022

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