Disattenzione totale da parte dei media per scelte importanti per la politica culturale nazionale. E si resta in attesa del nuovo Consiglio Superiore del Cinema e dell’Audiovisivo del Mic.

Venerdì della scorsa settimana, 12 gennaio 2024, sul sito del Ministero della Cultura sono stati pubblicati quattro decreti a firma del titolare del Collegio Romano, Gennaro Sangiuliano (Fratelli d’Italia) con la nomina delle quattro commissioni di esperti che dovranno contribuire alla gestione dell’ex Fondo Unico per lo Spettacolo (il mitico “Fus”), denominato ormai da un anno Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo (con l’impronunciabile acronimo “Fnsv”): le Commissioni hanno competenza rispettivamente nell’ambito del “teatro”, della “musica”, della “danza”, “circhi”.

Si tratta di una decisione importante, perché questo fondo è gestito con criteri tutti selettivi, senza quegli automatismi che, attraverso lo strumento del “tax credit”, determinano l’assegnazione della parte prevalente delle risorse che lo Stato attribuisce al cinema ed all’audiovisivo. La Commissione per la musica ha funzioni consultive anche in ordine alla valutazione degli aspetti qualitativi dei programmi di attività delle fondazioni lirico-sinfoniche.

Si ricordi che l’importo del Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo per l’anno 2023 è pari a 420,3 milioni di euro (di cui quasi la metà va a beneficio delle fondazioni lirico-sinfoniche), a fronte dei circa 750 milioni del Fondo Cinema e Audiovisivo.

Formalmente, le Commissioni hanno “funzione consultiva in ordine alla valutazione degli aspetti qualitativi dei progetti e delle iniziative afferenti alle richieste di contributo nei settori di rispettiva competenza”.

Incredibile silenzio stampa sulle nuove Commissioni

Eppure – incredibile ma vero – la notizia, rilanciata sabato mattina 13 gennaio 2024 dalla sempre attenta agenzia stampa AgCult, è stata ignorata da tutti i media, almeno fino ad oggi (questo articolo di “Key4biz” si pone paradossalmente quasi a mo’ di “scoop”…). Nessuna traccia – si conferma – della notizia nella rassegna stampa della maggiore associazione del settore qual è l’Agis (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo).

È difficile trovare una spiegazione a questo silenzio totale, se non la riprova che la “politica culturale” è un tema che non stimola (più) i giornalisti italiani. Grave errore. Ma stessa disattenzione la si può riscontrare su tematiche di “politica mediale”, come sta avvenendo in questi giorni rispetto al “contratto di servizio” Rai, mentre tutta l’attenzione si concentra su questioni effimere come l’imminente Festival di Sanremo

Stupisce anche che questa tornata di nomine sia stata gestita in modalità “low profile” dall’Ufficio Stampa del Ministero: sordina, anzi silenzio, dato che non è stato nemmeno diramato un comunicato.

E, curiosamente, nessuna reazione da parte dei partiti politici, almeno fino ad oggi.

Si ricorda che ciascuna Commissione ministeriale è composta da 7 membri: 4 (compreso il Presidente) di nomina del Ministro della Cultura e gli altri 3 designati dalla Conferenza Unificata (cosiddetta anche Conferenza Stato-Regioni).

Il 12 ottobre 2023 (stesso giorno della pubblicazione della “call” per le candidature) la Direzione Generale Spettacolo dal Vivo ha chiesto alla Conferenza Unificata di procedere alla designazione dei membri di propria competenza, che sono stati comunicati al Ministero il 20 dicembre 2023.

Queste procedure sono previste dal Decreto del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo 10 febbraio 2014, poi modificato con decreto del 25 ottobre 2021.

La scelta dei componenti di nomina ministeriale è avvenuta mediante procedura pubblica di acquisizione delle candidature.

Il bando per titoli, pubblicato il 12 ottobre 2023, è scaduto ad inizio novembre: gli esperti vengono scelti tra “esperti altamente qualificati nelle materie di competenza di ciascuna delle Commissioni o tra docenti universitari o critici delle medesime materie”. Si legge nei decreti a firma del Ministro, che le candidature sono state “valutate le medesime sulla base della documentazione allegata, dei curricula e delle competenze professionali funzionali all’incarico, sotto il profilo dell’alta qualificazione nel settore”.

È interessante osservare la quantità di candidature pervenute, complessivamente 193, per gli specifici settori: 65 curricula per il Teatro, 73 per la Musica, 33 per la Danza, 22 per i Circhi e lo Spettacolo Viaggiante. Per un totale di 193. Il rapporto è quindi di circa 1 prescelto su 16 per il Teatro, 1 su 18 per la Musica, 1 su 8 per la Danza, 1 su 5 per il Circo e lo Spettacolo Viaggiante.

I componenti delle Commissioni consultive durano in carica 3 esercizi finanziari, possono essere riconfermati per una sola volta, e possono essere nuovamente nominati trascorsi tre anni dalla cessazione dell’ultimo incarico.

Perché i membri della Commissione Cinema e Audiovisivo verranno (giustamente) remunerati per il loro operato consulenziale, mentre quelli delle Commissioni per lo Spettacolo dal Vivo no?

Va segnalata una grave contraddizione rispetto alla innovazione che il Ministro ha introdotto nella “commissione” in qualche modo omologa che verrà presto nominata per quanto riguarda l’intervento dello Stato nel settore “cinema e audiovisivo”: abbiamo già segnalato – ed apprezzato – anche su queste colonne la commendevole iniziativa di dotare la commissione Cinema e Audiovisivo di un budget, affinché le prestazioni consulenziali degli esperti vengano remunerate. Come è giusto e sacrosanto che sia. Si rimanda al nostro intervento del 25 ottobre 2023 su “Key4biz”: “Cinema, il Ministro Sangiuliano riforma le “commissioni” ministeriali chiamate ad assegnare milioni di contributi pubblici”.

Invece, nei quattro decreti firmati dal Ministro Gennaro Sangiuliano tra il 28 ed il 29 dicembre 2023 (pubblicati il 12 gennaio 2024), si ribadisce a chiare lettere che le Commissione consultiva operano “senza oneri a carico della finanza pubblica, salvo il solo rimborso delle eventuali spese di missione, nel rispetto delle limitazioni previste a legislazione vigente per tali categorie di spese e comunque nei limiti degli stanziamenti di bilancio per le medesime spese”. E si rimarca: “ai componenti della Commissione consultiva non spetta alcun emolumento o indennità”.

Per quale ragione questa assurda “discriminazione” rispetto agli esperti della Commissione Cinema e Audiovisivo?! Si tratta di una incomprensibile contraddizione, ma immaginiamo che il Ministro possa porre rimedio a questo errore.

In relazione al silenzio dei media, va segnalato che in effetti soltanto una fonte specializzata, qualificata ed appassionata, qual è il sito Ateatro (promosso dalla omonima associazione, animata da esperti come Oliviero Ponte di Pino e Mimma Gallina), ha dedicato, ieri 16 gennaio, un breve commento alla notizia: “le nomine arrivano pochi giorni prima della data (31 gennaio) in cui è prevista la consegna del consuntivo per l’anno 2023 e per il progetto 2024 da parte dei soggetti finanziati da Ministero. Aveva peraltro suscitato qualche perplessità la decisione di azzerare le Commissioni nel corso del triennio Fnsv (aka Fus) 2022-2024: i nuovi commissari avranno il difficile compito di valutare i progetti selezionati e valutati per due anni da altri”.

Asimmetrie di genere: soltanto 5 donne su 28 membri, nessuna donna nella Commissione Teatro…

Condivisibile la critica manifestata da Ateatro rispetto ad un’altra questione: del totale di 28 membri delle Commissioni (7 componenti per ognuna delle 4), le donne sono soltanto 5, ovvero una “quota” inferiore al 20 %.

E, in particolare, delle 4 Commissioni, 1 è formata esclusivamente da maschi: il “Teatro”.

Si osserva che dei 16 membri scelti dal Ministro (4 per ognuna delle Commissioni), vi sono soltanto 2 donne ed in una commissione soltanto (Carmela Piccione e Maria Luisa Abicca, nella Commissione Danza).

Buona parte dei componenti sono noti nei rispettivi ambienti professionali-artistici.

Di altri, si sa poco, ma si ha ragione di ritenere che la Direzione Generale dello Spettacolo (DgS, guidata da Antonio Parente), andrà presto a pubblicare i curricula dei componenti e ciò consentirà di comprendere, in qualche modo, i criteri selettivi adottati dal Ministro, nel suo esercizio del classico “intuitu personae”.

Immaginiamo che nei prossimi giorni una qualche polemica si scatenerà, anzitutto sulla presenza di poche donne (e questa sarà polemica condivisibile), e certamente poi sulla connotazione politica di alcuni membri: emerge senza dubbio, per esempio, la cooptazione nella Commissione Teatro, e nella veste di Presidente, di Alessandro Massimo Maria Voglino (noto anche come Alessandro ovvero Alex Voglino), un qualificato ed appassionato manager della cultura, dirigente della pubblica amministrazione con un ricco curriculum nell’ambito del settore culturale (dalla Regione Lombardia alla Regione Lazio, passando per il Comune di Roma, di cui è stato Direttore del Dipartimento Politiche Culturali e Direttore dell’Istituzione Biblioteche di Roma tra il 2008 ed il 2010, con la giunta guidata da Gianni Alemanno; e nuovamente Direttore delle Biblioteche tra il 2012 ed il 2014). È anche uno studioso di geopolitica e geoeconomia. Si tratta di un intellettuale ed organizzatore culturale senza dubbio schierato nel campo della destra: basti ricordare che è stato militante di Alleanza Nazionale, e dal 2000 al 2005 Presidente della Fondazione “Marzio Tremaglia” (è stato tra l’altro anche capo della segreteria di Tremaglia).

Torneremo presto su questi temi.

Immaginiamo già alcune reazioni, ma confidiamo che le valutazioni siano basate sulla qualità dei curricula e dell’esperienza e non su pregiudizi ideologico-politici.

D’altronde, riteniamo del tutto naturale (e non così scandaloso ed insano, come sostengono oggi alcuni di coloro che pure avevano in passato – da avverso schieramento – messo in atto pratiche del tutto simili) che il Ministro abbia deciso di imprimere anche un suo orientamento politico, nella selezione dei nuovi membri delle Commissioni ministeriali.

Infine, si ha notizia che sta per essere finalmente pubblicato il decreto di nomina ministeriale dell’atteso nuovo Consiglio Superiore del Cinema e dell’Audiovisivo, il massimo organo di consulenza del Ministero, che avrà certamente un ruolo importante nella riforma della “Legge Franceschini” (si rimanda all’intervento IsICult su queste colonne, in occasione della nomina del primo Consiglio, vedi “Key4biz” del 17 marzo 2017, “ilprincipenudo. Nominato il Consiglio Superiore del Cinema e Audiovisivo”).

Si attendono sorprese ed innovazioni anche su quel fronte.

La composizione delle nuove 4 Commissioni del Ministero della Cultura per lo Spettacolo dal Vivo

(i membri nominati dal Ministro sono contrassegnati da un asterisco)

Commissione Teatro

  • Alessandro Massimo Maria Voglino * (Presidente)
  • Marco Lepre *
  • Luigi Rispoli *
  • Gianpaolo Savorelli *
  • Angelo Pastore
  • Alberto Cassani
  • Carmelo Grassi

Commissione Musica

  • Francesco Nicolosi * (Presidente)
  • Marco Vinco *
  • Massimiliano Capella *
  • Antonio Frigè *
  • Arnaldo Colasanti
  • Guido Barbieri
  • Silvia Tarassi

Commissione Danza

  • Carmela Piccione * (Presidente)
  • Maria Luisa Abicca *
  • Raffaella Tramontano *
  • Gianmaria Piovano *
  • Marco Chiriotti
  • Nicola Arrigoni
  • Paolo Dalla Sega

Commissione Circhi e Spettacolo Viaggiante

  • Gianluca Cavedo * (Presidente)
  • Piero Sandulli *
  • Aldo Avancini *
  • Dario Duranti *
  • Sebastiano Taddei
  • Giuseppina Rossi
  • Giuseppe Nuciari

[ Nota: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale. ]

(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz”.

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