Lo scenario permane confuso, anche perché non è pubblico il “riparto” dei 700 milioni del Fondo, approvato ieri dal Consiglio Superiore del Cinema e Audiovisivo nella sua prima riunione

La locandina dell’iniziativa che si terrà domani mattina venerdì 5 a Roma, presso il Cinema Adriano, intitolata “Vogliamo che ci sia Ancora un Domani”, evidenzia che, rispetto all’iniziale elenco dei promotori la quantità delle associazioni è aumentata: si passa dalle iniziali 14 alle attuali 22 (almeno secondo la locandina diffusa oggi pomeriggio intorno alle 16). Il sottotitolo dell’iniziativa è “La voce di tutta l’industria cinematografica e audiovisiva indipendente vi aspetta”. Ma è proprio tutta… tutta?!

Questo incremento di adesioni e partecipanti è sintomatico dell’estensione del “dissenso” ovvero delle lamentazioni e delle proteste rispetto a quanto il Governo – in modo discretamente confuso – ha annunciato da tempo, ovvero una “riforma” dell’intervento pubblico a favore del cinema e dell’audiovisivo.

Le 14 associazioni originariamente (il 27 marzo) firmatarie della convocazione per domani erano (la divisione tra le aree “autoriale” e “imprenditoriale” e “attoriale” e “tecnica” ha carattere convenzionale e contingente):

  • dal fronte autoriale: 100 Autori (sceneggiatori e registi), Anac (sceneggiatori e registi), Wgi (sceneggiatori)
  • dal fronte imprenditoriale: Agici (produttori indipendenti), Apa (produttori televisivi), Apai (produttori esecutivi), Cartoon Italia (produttori animazione), Cna – Cinema e Audiovisivo (produttori indipendenti), Doc/it (produttori documentaristi), Unione Produttori Anica (produttori)
  • dal fronte attoriale: Unita(attori)
  • dal fronte tecnico: Aic (autori della fotografia), Amc (montatori), Asc (scenografi)

Ad oggi, si sono “associate” all’iniziativa le seguenti 8 ulteriori, quasi tutte sul fronte “autoriale” o “tecnico” che dir si voglia, fatte salve l’associazione delle imprese esportatrici dell’Anica (Unefa) e l’associazione dei festival cinematografici:

– Acmf (compositori musica film)

– Afic (associazione dei festival cinematografici)

– Air3 (autori)

– Agenti Spettacoli Associati (agenti)

– Asifa (autori animazione)

– Collettivo ChiarOscuro (autori della fotografia)

– Fidac (federazione delle associazioni cineaudiovisive)

– Raai (Registro Attrici Attori Italiani)

– Unefa – Unione Esportatori Internazionali dell’Anica…

Dalla locandina, nella sua ultima versione, emerge che non c’è il logotipo dell’Apa – Associazione Produttori Audiovisivi, e si ha ragione di ritenere che questa “lobby” (la più potente del settore, assieme all’Anica) si sia… sfilata.

La conferenza stampa di domani si annuncia quindi effervescente, oltre che plurale assai. Sarebbe interessante approfondire la effettiva rappresentatività di ognuna di queste sigle, ma questo è un discorso che qui ed ora accantoniamo, perché emerge comunque il grande policentrismo del sistema cinematografico e audiovisivo nazionale. Una grande ricchezza di anime e di intelligenze.

Si ricordi che, se aveva già suscitato proteste il taglio del Fondo Cinema e Audiovisivo per l’anno 2024, ridotto dai circa 750 milioni di euro del 2023 agli attuali 700 milioni (ma questa riduzione è di fatto sintonica con i tagli lineari – nell’ordine del 5 %  – che hanno riguardato i bilanci di quasi tutti i ministeri), quel che bolle in pentola tra Collegio Romano (sede centrale del Ministero della Cultura) e Santa Croce in Gerusalemme (sede della Direzione Cinema e Audiovisivo)… è ancora abbastanza oscuro.

E le preoccupazioni delle 22 associazioni (o 21 soltanto, se Apa sarà “off”) sono assolutamente comprensibili.

In effetti da molti mesi si “parla” di riforma della Legge Franceschini ed in particolare dello strumento del “Tax Credit”, ma, ad oggi, non sono ancora note le linee concrete di questa gestazione normativo-regolamentativa: soltanto ieri, con l’intervista al “Corriere” la Sottosegretaria Lucia Borgonzoni ha svelato qualcosa, ma siamo ancora ad un livello veramente molto generico.

Come abbiamo spiegato in dettaglio su queste colonne (ed in particolare nella edizione di ieri della rubrica che IsICult cura per il quotidiano online “Key4biz”), è interessante analizzare in dettaglio la fenomenologia:

– una settimana fa (mercoledì 27 marzo 2024) 14 associazioni propongono un manifesto che evidenzia preoccupazione per i provvedimenti in gestazione al Mic;

– dopo meno di un’ora dal dispaccio di agenzia che rilancia l’iniziativa, la Sottosegretaria delegata a cinema e audiovisivo reagisce invitando i promotori dell’iniziativa del 5 aprile ad un incontro: “anche domani”, precisa. Per la precisione la senatrice leghista, dichiara: “rinnovo la mia piena disponibilità a organizzare un tavolo di confronto al Ministero della Cultura, già domani o martedì mattina in base alle loro preferenze”;

– le associazioni hanno risposto invitando la Sottosegretaria ad intervenire alla conferenza stampa: “la invitiamo il 5 aprile ad ascoltare ed interloquire con tutte le rappresentanze per poi portare i frutti di questo dialogo pubblico nelle sedi del confronto rappresentativo e istituzionale”.

In altre parole, i promotori dell’iniziativa hanno ringraziato, ma hanno rimandato al mittente il messaggio ed hanno invitato la Sottosegretaria a presentarsi al Cinema Adriano il 5 aprile.

In un tentativo di spiazzamento, Borgonzoni reagisce concedendo una lunga intervista al maggiore quotidiano nazionale ed il “Corriere della Sera” pubblica ieri mercoledì 3 aprile 2024 alcune “anticipazioni” delle decisioni del Governo.

Nel mentre, la confusione cresce, ma aumenta anche la quantità di aderenti all’iniziativa di domani, che – secondo alcuni osservatori – sembra in parte essere sfuggita di mano agli stessi originari promotori.

Nessun comunicato è stato diramato oggi (almeno fino alle ore 17) alle agenzie stampa, ma da quanto si è riusciti a comprendere i “televisivi” dell’Apa avrebbero deciso di non partecipare all’iniziativa di domani, adducendo che essa sarebbe concentrata soprattutto sul “cinema”: tesi inverosimile, dato l’approccio iniziale dell’iniziativa, ben chiaro nel comunicato-manifesto del 27 marzo. Qualcuno deve aver deciso che non era opportuno partecipare all’iniziativa di domani.

Secondo alcuni, la motivazione determinante (la vera motivazione) sarebbe data dall’essere la Presidente dell’Associazione Produttori Televisivi quella stessa Chiara Sbarigia, che non è soltanto anche la Presidente di Cinecittà, ma la prima consigliera della Sottosegretaria Lucia Borgonzoni: partecipare ad un confronto nel quale le associazioni vogliono interloquire con Borgonzoni e Sangiuliano sarebbe – anche in questo caso – una contraddizione in termini?!

Il Consiglio Superiore del Cinema e dell’Audiovisivo, insediatosi ieri al Collegio Romano, approva a maggioranza (8 favorevoli e 3 contrari) il “riparto” dei 696 milioni del Fondo Cinema e Audiovisivo

Da segnalare che ieri mercoledì 3 aprile 2024 si è tenuta la prima riunione del Consiglio Superiore del Cinema e dell’Audiovisivo (Csca), il massimo organo di consulenza del Ministero su queste materie. Riunione istituzionale benedetta sia dall’intervento del Ministro Gennaro Sangiuliano sia della Sottosegretaria Lucia Borgonzoni. In serata l’Ufficio Stampa del Mic, guidato da Andrea Petrella, ha diramato un comunicato intitolato “Mic, insediato il Consiglio Superiore del Cinema e dell’Audiovisivo”, del seguente tenore: “Si è insediato oggi, a Roma, al Ministero della Cultura, il Consiglio Superiore del Cinema e dell’Audiovisivo, alla presenza del Ministro Gennaro Sangiuliano, del Sottosegretario con delega al cinema, Lucia Borgonzoni, del Capo di Gabinetto Francesco Gilioli, del Vice capo di Gabinetto, Giorgio Carlo Brugnoni, e del Direttore generale Cinema del MiC, Nicola Borrelli. L’organismo, nominato con decreto ministeriale nei giorni scorsi, è composto dai seguenti membri: Francesca Paola Assumma, in qualità di Presidente; Mario La TorreLorenza Lei, membro designato dalla Conferenza Unificata; Michele Lo FocoFrancesco Ranieri Martinotti, membro proposto dalle associazioni di categoria; Francesca Maria Vincenza NocerinoDaria PerrottaSabina Russillo, membro proposto dalle associazioni di categoria; Tommaso Sacchi, membro designato dalla Conferenza Unificata; Vera SlepojGiuseppe Zonno, membro proposto dalle associazioni di categoria”…

Questo l’augurio del Ministro Gennaro Sangiuliano: “auguro buon lavoro al Consiglio Superiore del Cinema e dell’Audiovisivo, organismo autorevole e indipendente che saprà svolgere al meglio il proprio lavoro consultivo nell’interesse esclusivo della principale industria creativa e culturale della nazione. Il cinema è una forma di espressione artistica decisiva, la più vicina alle persone. Siamo consapevoli del suo valore e della capacità di generare occupazione, investimenti e valori”,  

Questo l’augurio della Sottosegretaria Lucia Borgonzoni: “i miei auguri di buon lavoro a tutti i membri del Consiglio. Sono certa che, con il loro prezioso contributo, sapranno senza dubbio supportare l’attività del Ministero a sostegno e per lo sviluppo dell’industria cinematografica italiana”.

Perché gli 11 esperti del Consiglio Superiore del Cinema e dell’Audiovisivo debbono prestare la loro opera gratuitamente, mentre i membri delle imminenti future 2 nuove Commissioni Esperti verranno remunerati?

Il comunicato stampa del Mic curiosamente precisa l’incarico degli 11 cooptati “sarà svolto a titolo gratuito”.

Si segnala che questa precisazione sembra confermare, per alcuni aspetti, il carattere un po’… vacuo (evanescente?!) che forse il Governo intende assegnare al Consiglio, che pure è chiamato per legge ad esprimersi su atti importanti della politica culturale del Paese: e sorprende che ieri sia stato sottoposto al Consiglio il “riparto” dei 700 milioni di euro previsti per l’anno 2024 (per la precisione, si tratta di 696 milioni), senza consentire una preventiva analisi della documentazione ed una adeguata discussione di queste tabelle di ripartizione.

La domanda che sorge naturale è: se è vero che il Ministro ha deciso di riformare la commissione ministeriale chiamata ad esprimersi su molte delle pratiche relative all’assegnazione dei contributi pubblici al cinema e all’audiovisivo (quella che si chiamava, nell’economia della “Legge Franceschini” del 2016, la “commissione esperti”, formata da 15 membri, scelti dal Ministro dopo un pubblico avviso di presentazione delle candidature) ed ha saggiamente previsto che questa commissione (dal 2024 saranno due commissioni: una per la “produzione” ed una per la “promozione”, ma nulla si sa ancora sul meccanismo di formazione delle stesse) sia dotata di un budget, affinché il lavoro dei commissari benefici di un compenso (si tratta di un lavoro complesso e delicato), per quale ragione viene enfatizzato che il lavoro degli esperti del Consiglio Superiore del Cinema e dell’Audiovisivo non viene remunerato?! Questa osservazione evidenzia una contraddizione in termini, incomprensibile quanto irragionevole.

Il lavoro del Consiglio Superiore del Cinema e dell’Audiovisivo merita forse meno attenzione del lavoro delle due future Commissioni? E perché?!

A quanto è dato sapere, il “riparto” dei 746 milioni di euro è stato approvato a grande maggioranza, con 8 voti a favore e 3 contrari

Di più, ad oggi, non è dato sapere.

Ed è un peccato, perché riteniamo che i lavori del Consiglio dovrebbero essere pubblici (ovvero trasmessi anche via web) e soprattutto crediamo che sarebbe opportuno diramare in tempo reale un comunicato stampa, e, non appena possibile, un verbale della riunione.

Si deve superare, nelle politiche culturali, la logica delle iniziative ed attività “a porte chiuse”. Altrimenti si riproduce la logica che tante volte abbiamo denunciato su queste colonne, ovvero della “trasparenza a metà”.

Se il Ministero avesse deciso di rendere pubblica la bozza del piano di “riparto” del Fondo Cinema e Audiovisivo, ciò avrebbe consentito una discussione aperta trasparente plurale con tutti gli operatori del settore (anche in occasione dell’incontro di domani al Cinema Adriano): confidiamo che il Ministro Gennaro Sangiuliano abbia il coraggio di scardinare le vecchie pratiche delle riunioni “a porte chiuse” e stimolare veramente trasparenza e condivisione.

Da quanto è trapelato dalla riunione di ieri, il Consiglio avrebbe approvato un taglio notevole all’allocazione del “Tax Credit”, ma avrebbe mantenuto il rapporto budgetario tra “cinema” e “audiovisivo”, così riproducendo una delle patologie del sistema, che privilegia – per dirla sinteticamente – la “fiction” a svantaggio del “theatrical”.

Riproduciamo qui di seguito quel che abbiamo sostenuto ieri su queste colonne, nelle more di conoscere l’effettivo “riparto” dei 700 milioni del Fondo Cinema e Audiovisivo.

È indispensabile sciogliere 3 nodi: troppo danaro pubblico a uno strumento controverso come il Tax Credit; troppo danaro alle opere televisive, e poco al cinema “theatrical”; troppo danaro alle multinazionali dell’audiovisivo, Fremantle in primis

Abbiamo affrontato tante volte – anche su queste colonne – la questione, e ci si augura che il Consiglio (quale che sia la bozza predisposta per oggi dalla Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e – si presume – dalla Sottosegretaria Borgonzoni) voglia esprimere un parere che sblocchi almeno 3 “nodi” fondamentali della Legge Franceschini ovvero delle sue possibili interpretazioni:

  1. troppo danaro pubblico allo strumento del “Tax Credit”, che nel 2023 ha assorbito oltre il 70 % (per la precisione il 73 %) del totale delle risorse (ben 541 milioni di euro sul totale di 746 milioni), a nocumento di altre fasi della “filiera”, tra tutte quelle della “promozione”;
  2. troppo danaro pubblico a favore delle opere televisive (parte delle quali attingono peraltro anche ad un altro “rubinetto” pubblico, qual è quello della Rai ovvero specificamente di Rai Fiction), a nocumento del cinema “theatrical”;
  3. troppo danaro pubblico ai “big player”, che sono ormai quasi tutti controllati dalle multinazionali dell’audiovisivo (tra tutte, emerge la tedesca Fremantle alias Bertelsmann), a nocumento dei produttori indipendenti.

Riportiamo quel che nell’estate del 2023 l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha scritto, a chiusura del parere espresso al Governo, rispetto alla annunciata riforma del “Tax Credit”: “con riferimento al tax credit, il cui intento originale era volto a sostenere le piccole imprese nazionali di produzione audiovisiva, si porta all’attenzione la problematica relativa alla dimensione internazionale dei principali destinatari attuali di tale misura che comporta un rischio di discostamento rispetto ai principi e obiettivi alla base del regime di agevolazione”. L’ha scritto Agcom, non IsICult, ci piace rimarcare.

I provvedimenti annunciati dalla Sottosegretaria Borgonzoni vanno realmente nella direzione di una indispensabile correzione di questa patologia auspicata dall’Agcom e delle altre che soltanto pochi “eccentrici” hanno denunciato?!

Attendiamo di conoscere le carte, per pronunciarci.

Tornando alla conferenza stampa di domani: non conoscendo i promotori dell’iniziativa la bozza del “riparto” (ovvero alcuni di loro – che sono membri del Consiglio Superiore del Cinema e dell’Audiovisivo, come Anac e Cna – l’hanno, ma se la sentiranno di renderla di pubblico dominio, affinché il dibattito sia trasparente?!), si tema il rischio di un incontro assai confuso. “No data, no party”, verrebbe da commentare scherzosamente.

E c’è anche chi sostiene che qualcuno interverrà strumentalmente per “buttarla in caciara” (come s’usa dire a Roma).

Sarà molto interessante, alla fin fine, comprendere se la Sottosegretaria Lucia Borgonzoni interverrà (il coraggio certamente non le manca…). O, per evitare una dialettica che rischia d’essere aspra, forse delegherà il Direttore Generale Nicola Borrelli nella veste di semplice “osservatore” (ascoltatore)?!

Nota: su questi temi, si rimanda anche agli ultimi tre interventi IsICult su queste colonne:

Key4biz” mercoledì 3 aprile 2024
Acque sempre più agitate, tra cinema e tv: la Sottosegretaria alla cultura Lucia Borgonzoni spiazza la protesta

Key4biz” giovedì 28 marzo 2024
Il Ministro Sangiuliano nomina il nuovo Consiglio del Cinema e dell’Audiovisivo. Scelte molto discrezionali?

Key4biz” venerdì 29 marzo 2024
La nomina del nuovo Consiglio Superiore del Cinema e Audiovisivo e la protesta di decine di associazioni del cinema e dell’audiovisivo il 5 aprile non appassionano i media “mainstream”

[ Nota: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale. ]

(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz”.

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