Su queste colonne (vedi “il Riformista” di sabato 11 aprile, “Covid, chi ci pensa all’emergenza psico-sociale?”), abbiamo avuto l’ardire di “rivendicare” il recepimento, da parte del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, di un suggerimento di banale buon senso, che abbiamo manifestato venerdì 3 aprile al Capo Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli, ovvero la necessità di integrare il “Comitato Tecnico Scientifico”, finora organo consultivo esclusivo del Governo in relazione all’emergenza Covid-19, con professionalità altre rispetto a quelle finora coinvolte ovvero medici, virologi, epidemiologi.
Se questo “Comitato” è quello che determina il “decision making” del Governo, esso deve essere espressione di pluralità interdisciplinare, perché l’emergenza Covid-19 è senza dubbio medico-sanitaria, ma anche psico-sociale, profondamente psico-sociale, oltre che economica.


Nella giornata di venerdì erano emerse alcune anticipazioni, e più di una testata ha annunciato che il Premier stava ragionando su un coinvolgimento attivo di “sociologi, psicologi, statistici” ed anche di “esperti di organizzazione del lavoro”. Le prime tre professionalità sono esattamente quelle che abbiamo proposto a Borrelli, il quale aveva risposto una settimana fa che si sarebbe fatto interprete di questa esigenza.
Quale che sia il canale attraverso il quale Borrelli si è fatto interprete dell’esigenza, è evidente che un qualche meccanismo, non marginale, è stato attivato, considerando che ieri sera il Presidente del Consiglio ha comunicato di aver già firmato un decreto che non “integra” il Comitato Tecnico-Scientifico, bensì crea un nuovo organo consultivo, denominato “Task Force”, che ad esso si affianca: sulla carta, ci sarebbe da esserne ben lieti, ma, analizzandone la composizione, emerge una qualche perplessità, ed altresì dicasi per la funzione.


Ha dichiarato Conte nel discorso di venerdì sera: “per la fase 2”, in cui far ripartire il tessuto produttivo del Paese, “ci affideremo ad un gruppo di esperti che dialogherà con il Comitato tecnico scientifico. Questo gruppo sarà coordinato da Vittorio Colao”.


Il nome di Vittorio Colao, classe 1961, ex numero uno di Vodafone, circolava già da giovedì con insistenza in alcuni ambienti industriali di Brescia, dove il Presidente della “Task Force” per la ricostruzione è nato. Non meno importante, secondo alcuni, il rapporto dell’ex manager di McKinsey & Co. (società da 27mila dipendenti e 10 miliardi di fatturato a livello planetario), con Giovanni Bazoli, attuale Presidente onorario di Banca Intesa, e punto di riferimento per l’imprenditoria bresciana. Senza dimenticare che la figura di Colao sarebbe ben vista anche dal Quirinale e specificamente dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Secondo alcuni osservatori, la cooptazione di Colao, se egli riuscirà a lavorare bene, potrebbe lasciar pensare che, una volta conclusasi la fase acuta dell’emergenza, possa essere chiamato a svolgere ruoli istituzionali, e forse anche svolgere un ruolo preciso nel “Partito del Premier” che sarebbe in cantiere…


Da ricordare che nel 2018 Colao aveva spiegato la scelta di non voler lasciare il suo lavoro da manager per il Governo: “è vero che in passato mi hanno offerto di fare il ministro, ma avevo un lavoro bello e importante da completare, dipendevano da me più di 100mila persone. Credo che gli impegni di lavoro vadano conclusi”.


Nella Task Force, c’è anche l’economista Enrico Giovannini, romano, classe 1957, ministro del Lavoro nel Governo guidato da Enrico Letta. È suo il progetto del “Reddito di Inclusione”, che di fatto ha anticipato il “Reddito di Cittadinanza”. Profilo da accademico, docente a Tor Vergata ed alla Luiss, è stato Chief Statistician dell’Ocse e Presidente dell’Istat. Oggi portavoce, e tra i fondatori, dell’Asvis, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile.
Tra i nomi annunciati dal Premier, anche quello di Raffaella Sadun, Professor of Business Administration alla Harvard Business School, e dell’economista Mariana Mazucato, cresciuta negli Usa e con la doppia cittadinanza, anche americana. Docente di Economia dell’Innovazione e del Valore Pubblico all’University College London (Ucl) è nata a Roma nel 1968 ed è autrice di pubblicazioni e libri tradotti in diverse lingue fra cui “Lo Stato innovatore” e “Ripensare il Capitalismo” dove rivendica il ruolo guida del pubblico nell’innovazione e nella crescita sostenibile. Nell’elenco di coloro che dovranno far “ripartire” l’Italia c’è anche Filomena Maggino che guida la Cabina di Regia “Benessere Italia” della Presidenza del Consiglio: curriculum da statistica, lavora alla messa a punto una strategia per governare la complessità quello che definisce “il diritto ad una vita migliore possibile”…


L’elenco dei componenti della Task Force è lungo (qui di seguito in ordine alfabetico), essendo 17 + 2 di diritto, quindi complessivamente 19 persone:
• Elisabetta Camussi, Professoressa di Psicologia sociale, Università degli Studi di Milano ”Bicocca”;
• Roberto Cingolani, Responsabile Innovazione Tecnologica di Leonardo, già Direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia (Itt);
• Riccardo Cristadoro, Consigliere Economico del Presidente del Consiglio – Senior Director del Dipartimento Economia e Statistica, Banca d’Italia;
• Giuseppe Falco, Amministratore Delegato per il Sistema Italia-Grecia-Turchia e Senior Partner & Managing Director di The Boston Consulting Group (Bcg);
• Franco Focareta, ricercatore di Diritto del lavoro, Università di Bologna “Alma Mater Studiorum”;
• Enrico Giovannini, professore di Statistica Economica, Università di Roma “Tor Vergata”;
• Giovanni Gorno Tempini, Presidente di Cassa Depositi e Prestiti;
• Giampiero Griffo, Coordinatore del Comitato tecnico-scientifico dell’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità;
• Filomena Maggino, Consigliera del Presidente del Consiglio per il Benessere Equo e Sostenibile e la Statistica – Professoressa di Statistica Sociale, Università di Roma “La Sapienza’”;
• Mariana Mazzucato, Consigliera Economica del Presidente del Consiglio – Director and Founder, Institute for Innovation and Public Purpose, University College London;
• Enrico Moretti, professor of Economics at the University of California, Berkeley;
• Riccardo Ranalli, Dottore Commercialista e Revisore Contabile;
• Marino Regini, professore emerito di Sociologia Economica, Università Statale di Milano;
• Raffaella Sadun, professor of Business Administration, Harvard Business School;
• Stefano Simontacchi, Avvocato, Presidente Fondazione “Buzzi”;
• Fabrizio Starace, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Modena – Presidente della Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica (Siep);
• sono componenti di diritto della Task Force per la “fase 2” il Commissario Straordinario Domenico Arcuri e il Capo della Protezione civile Angelo Borrelli;
• il Presidente della Task Force è Vittorio Colao; il Segretario Stefania Fancello, in servizio presso gli uffici di diretta collaborazione del Presidente del Consiglio.


Non è dato sapere come sia stata “composta” questa squadra (soprattutto con quali alchimie relazionali), in totale assenza di trasparenza (poteva essere proposta una rapida “call”, per esempio, e non imporre soltanto una cooptazione fiduciaria da parte del Principe), ma sicuramente si può osservare un approccio prevalentemente economico, con il rischio di una deriva economicista nel “governo tecnico” dell’emergenza: in effetti, dei 17 componenti del nuovo organo consultivo (al netto di Arcuri e Borrelli, “membri di diritto”), una buona metà sono esperti di materie afferenti all’economia.


Quel che auspicavamo – ovvero un approccio transdisciplinare, umanistico, olistico – è stato sostanzialmente disatteso: non vi è un sociologo a 360 gradi (ci saremmo attesi – per capirci – decani di sociologia come Franco Ferrarotti, Domenico De Masi o Mario Morcellini, ma c’è invece soltanto giustappunto un sociologo “economico”), non c’è uno psicologo (avrebbe avuto senso, per esempio, David Lazzari, il Presidente dell’Ordine nazionale degli Psicologi), ma soltanto una “psicologa sociale” ed uno “psichiatra”…


Ci sono due statistici, e ciò va bene, così almeno si può sperare che molte falle del “sistema informativo” dell’emergenza possano essere finalmente superate, evitando la “numerologia” deficitaria finora propostaci dalle istituzioni: ricordiamo che ancora oggi incredibilmente non è dato sapere quanti siano gli stranieri contagiati e morti, e nemmeno quanti siano i decessi nelle residenze assistenziali per anziani, nelle case per anziani, nelle abitazioni domestiche…


Provoca perplessità il coinvolgimento di un dirigente apicale di The Boston Group, potente multinazionale della consulenza che è ben inserita in molti gangli vitali della vita istituzionale del Paese, in una prassi sempre più diffusa nell’affidarsi a professionalità esterne alla Pubblica Amministrazione di matrice non esattamente autoctona.


Apprezzabile – come subito evidenziato dalla più diffusa testata giornalistica del Terzo Settore, “Vita” – il coinvolgimento di Giampiero Griffo, Coordinatore del Comitato Tecnico-Scientifico dell’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità, ma francamente ci sembra poca cosa rispetto ad un’auspicabile partecipazione – ampia e plurale – della società civile, in molte altre sue fondamentali espressioni.
Va osservato che in questa Task Force non è stato coinvolto nessun rappresentante dei vari dicasteri che pure hanno diretta – evidentemente – competenza in vari aspetti dell’emergenza Covid.


Non c’è nemmeno un rappresentante – almeno a livello di osservatori – di enti come l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, né della Rai.
E – udite udite – nessun esperto di società digitale, e di tecnologie evolute come la “blockchain”! È anche vero che in materia (“digitale” contro il Covid) esiste anche un’altra “Task Force”, quella promossa a fine marzo dalla Ministra per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione Paola Pisano, formata da ben 74 esperti (settantaquattro!), che è stata oggetto di aspre critiche, in particolare da parte di Raffaele Barberio, direttore del quotidiano specializzato in economia digitale “Key4biz”.


Il nuovo Comitato di “esperti in materia economica e sociale” opererà in forma totalmente gratuita, secondo quanto si è appreso da fonti di governo. Non è dato sapere di quali risorse economiche e tecniche disporrà però operativamente per il proprio lavoro, nonostante il complesso e gravoso compito cui viene chiamato, ed anche questo appare un punto debole della nuova struttura: per i compiti cui è chiamato, una simile Task Force ha necessità di una tecnostruttura robusta, efficiente ed efficace.
Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri così recita: “ritenuto, pertanto, di dover procedere alla istituzione, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, di un Comitato di esperti per la suddetta finalità fino al termine dell’emergenza epidemiologica Covid-19… Decreta: Art. 1 (Comitato di esperti) 1. Presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri è istituito un Comitato di esperti in materia economica e sociale con il compito di elaborare e proporre al Presidente del Consiglio misure necessarie per fronteggiare l’emergenza epidemiologica Covid-19, nonché per la ripresa graduale nei diversi settori delle attività sociali, economiche e produttive, anche attraverso l’individuazione di nuovi modelli organizzativi e relazionali, che tengano conto delle esigenze di contenimento e prevenzione dell’emergenza. 2. Il Comitato opera in coordinamento con il Comitato Tecnico Scientifico di cui all’articolo 2, comma 1, dell’ordinanza del Capo Dipartimento della Protezione Civile n. 630 del 3 febbraio 2020”.


La Task Force per la “fase 2” riferisce costantemente al Premier “anche inviando relazioni periodiche” con le sue proposte, e può riunirsi anche con il Comitato Tecnico Scientifico.


Il Presidente Colao “ha la rappresentanza del Comitato e ne coordina e promuove le attività fissa il calendario dei lavori, l’ordine del giorno e convoca le riunioni del Comitato; cura i rapporti con gli organi istituzionali interessati all’attività del Comitato; cura il coordinamento con il Comitato Tecnico Scientifico; ha facoltà di promuovere audizioni, anche con l’utilizzo di strumenti telematici, sulle materie di competenza del Comitato; cura la diffusione delle informazioni relative all’attività svolta dal Comitato”.


In sostanza, questo “Comitato di Esperti in materia economica e sociale” si affianca al “Comitato Tecnico Scientifico” che opera da inizio febbraio presso la Protezione Civile.


Le prime reazioni sono state positive, almeno in ambito governativo e para-tale: oltre al Segretario del Pd Nicola Zingaretti (“una buona notizia”), ed all’ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi (“ottima scelta”) hanno manifestato plauso il Sottosegretario all’Economia Gianpaolo Manzella (“massima collaborazione con il Mise, che è già al lavoro sulla politica industriale del rilancio”) ed il Sindaco Milano, Giuseppe Sala (che si è dichiarato non solo estimatore ma anche amico di Colao, ed ha proposto la sua città come “area test” per la ripartenza).


L’ex Direttore del “Corriere della Sera” e del “il Sole 24 Ore” Ferruccio De Bortoli ha benedetto con un “Colao è una persona competente e sa gestire sistemi complessi senza circondarsi di incompetenti e di arroganti”. De Bortoli ha manifestato quest’oggi un parere severo sui flussi informativi: “la comunicazione da parte del Governo è stata pessima, di certo la scena non molto bella della fuga in notturna dal nord dell’8 marzo si poteva evitare”.


C’è anche chi sostiene che Colao sia comunque rappresentante di una “cultura economica” tendenzialmente conservatrice, vicina ai poteri-forti (nazionali ed internazionali), non esattamente il super-manager che può comprendere la rilevanza socio-economica delle modificazioni strutturali che l’esperienza della pandemia potrebbe provocare. Nonostante lo stesso Premier abbia auspicato che si possa ragionare su una “ri-organizzazione” del lavoro e più in generale del Paese, sulla base di criteri rigenerativi, di rinnovata solidarietà sociale ed innovatività tecnologica.


Sarà interessante osservare come la Task Force andrà organizzandosi e come comunicherà: ci si attende una nuova “conferenza stampa” a cadenza quotidiana o settimanale, produrrà una reportistica trasparente sul proprio operato?!


A parte la necessità di evitare, da parte della Task Force e quindi dell’Esecutivo, una “deriva economicista” nel governo dell’emergenza, non resta che augurarsi che questo nuovo organismo consultivo non produca ridondanza informativa e provochi ulteriore confusione nei processi decisionali. Sarebbe veramente paradossale, e grave e pericoloso per il Paese.

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