Da “il Fatto Quotidiano” (28.3.25): “Cinema in crisi, un’altra grana per Giuli: fuga di massa dalla Commissione Festival” (di Leonardo Bison)
Da “il Fatto Quotidiano” (28.3.25): “Cinema in crisi, un’altra grana per Giuli: fuga di massa dalla Commissione Festival” (di Leonardo Bison)
Salve. Questa mattina Leonardo Bison su “il Fatto Quotidiano” segnala – in esclusiva – la notizia delle dimissioni di 7 dei 12 membri della “Commissione Esperti” Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura (Dgca): avevo anticipato la prospettiva delle dimissioni in un mio articolo su “il Fatto” stesso lunedì scorso 24 marzo.
Link all’articolo di Bison su il Fatto Quotidiano
Una decisione importante da parte dei commissari, perché evidenzia l’urgenza di un rinnovamento di metodo nel funzionamento dei meccanismi del sostegno pubblico alla cultura. Il quotidiano riporta anche un mio parere, ovvero l’esigenza di procedure più trasparenti e meritocratiche, anche nella selezione dei membri delle Commissioni stesse. E magari il Ministro Alessandro Giuli recepisca quel che IsICult propone da anni (anche rispetto al Cda della Rai, “eletto” dal Parlamento, ovvero cooptato partitocraticamente, con prassi che violano anche l’European Media Freedom Act): sono necessarie procedure pubbliche comparative dei curricula dei candidati (e, poi, ovviamente, dei progetti). Servono prassi minimamente tecnocratiche che compensino l’eccesso di discrezionalità “politica”.
Angelo Zaccone Teodosi
Segue il testo dell’articolo
Cinema in crisi, un’altra grana per Giuli: fuga di massa dalla Commissione Festival
Il Fatto Quotidiano – pg. 13 – 28/03/2025 – LEONARDO BISON
Non c’è pace per il Cinema italiano. Sette membri su dodici della commissione “contributi alle attività di promozione cinematografica e audiovisiva”, quella che assegna i fondi a festival ed eventi, si sono dimessi nell’ultima settimana, costringendo il ministro Alessandro Giuli a prendere atto della decadenza della commissione e nominarne un’altra. Gli interessati – tutti nominati da Giuli stesso il 10 ottobre scorso – nicchiano, parlando di un gesto a sostegno della linea ministeriale. Ma come già nel caso del tax credit, c’è un sistema di regole e relazioni ereditato dal periodo Franceschini che sembra non reggere più. Le dimissioni di massa arrivano infatti un mese dopo che il direttore generale Cinema, Nicola Borrelli, in seguito a un’inchiesta giornalistica de La Verità, aveva annunciato la sospensione dei lavori della commissione e la volontà di rivedere i criteri per l’assegnazione dei contributi, posizione avallata anche dal ministro Giuli. Al termine delle pratiche burocratiche residue (solo ora sono stati assegnati i contributi per eventi già tenutisi nel 2024) sono arrivate le dimissioni di Gianfranco Rinaldi, coordinatore della commissione in passato, insieme a Guia Loffredo (altra “sopravvissuta” dei tempi di Franceschini) e Raffaella Salamina, e poi in sequenza di altri quattro colleghi. “Vogliamo dare un segnale, è vero, le regole così come sono ora non funzionano, non possiamo prenderci critiche per colpe che non sono nostre. Non è una novità, io sono sette anni che lì dentro lo vedo: come possiamo valutare se assegnare i fondi dopo che gli eventi si sono già svolti? Manderemmo in fallimento le aziende” dice Rinaldi al Fatto. Una lettura che non convince Angelo Zaccone Teodosi, che con IsiCult ha evidenziato da subito l’esistenza di diversi rischi di conflitti d’interessi per alcuni membri della commissione che lavorano con eventi e festival: la sequenza di dimissioni, insomma, sarebbe “un atto di coscienza civile e finanche di autocritica politica, per quanto tardiva” dice Zaccone, che si augura che il ministro ora promuova un avviso pubblico “attivando finalmente una selezione meritocratica, libera da rischi di conflitti d’interessi”. Sta di fatto che ora Giuli, dopo i criteri sul credito d’imposta (tax credit) da rivedere, e su cui pende il giudizio del Tar, si trova anche quelli per la distribuzione dei fondi ai festival da riscrivere, poi una commissione dimissionaria, e un settore cinema nel caos. Ma il ministero promette: entro poche settimane arriveranno le nuove regole.
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